I MONTI SICANI

Gran parte degli storici ritengono che i Sicani siano stati tra i primi abitanti della Sicilia. Diodoro Siculo li descrive come un popolo che viveva di agricoltura e caccia in villaggi collocati nelle più alte e aspre montagne per sfuggire alle rappresaglie dei pirati; dalla parte occidentale dell’isola i Sicani si spostarono verso occidente ed i Siceli si instaurarono nel territorio da loro precedentemente occupato. Tra i due popoli si ebbero cruente lotte che si conclusero con un trattato di pace. Con l’arrivo di Greci e Fenici la popolazione sicana si ritrasse sulle giogaie montuose ancora oggi denominate “Monti Sicani”. Sin dalle origini il territorio Sicano è stato un laboratorio del pensiero storico, sociale e politico. Durante le guerre servili gli schiavi trovarono rifugio in questo territorio ed eressero Triòcala roccaforte del piccolo regno che nel IX secolo consentì al cristianesimo di resistere all’islam. Durante la guerra dei Vespri, alcuni comuni furono tra i quartieri generali di Federico II e proprio in questo territorio iniziarono le trattative che portarono alla pace di Caltabellotta nel 1302. Castronovo di Sicilia nel 1391 fu sede di una seduta del Parlamento siciliano. A Palazzo Adriano, Corleone e Lercara Friddi, durante i fasci siciliani, si svolsero lotte cruente per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori. Gran parte degli storici fanno menzione di un fantomatico trattato di Bisacquino, secondo il quale i socialisti siciliani dei fasci dei lavoratori si sarebbero alleati con i francesi per staccare la Sicilia dall’Italia; ricostruzione probabilmente fantasiosa che comunque prova come l’area sicana ebbe un ruolo fondamentale nella storia dell’isola.

 

ARTIGIANATO

I principali prodotti dell’artigianato dell’area sicana, pur nelle contrazioni globali di un mercato che subisce l’invadenza dei prodotti industriali, esprimono i caratteri distintivi del territorio nelle componenti storiche, artistiche e culturali. Lavorare il legno, l’argilla, il vetro, il ferro sono mestieri che i nostri artigiani si tramandano da generazioni. L’artigiano ha, probabilmente, innato il senso artistico del creare qualcosa dalla semplice materia prima; è continuamente sollecitato dal mondo esterno che egli interpreta con la costruzione di oggetti in cui le forme e i colori crescono in armonia tenendo presenti i canoni della bellezza e della funzionalità. Oggetti diversi, mai in serie, dove alla spiccata sensibilità si unisce una non comune manualità. Valorizzare, promuovere ed accompagnare la crescita e lo sviluppo delle imprese artigiane nel quadro di un corretto processo di autovalorizazzione territoriale – oltre agli aspetti socio-economici intimamente connessi – favorisce incisive azioni di identificazione comprensoriale e di recupero dei più validi caratteri di tradizionalità.

 

LA FAUNA

Sebbene le conoscenze faunistiche – dal punto di vista scientifico – vengono ancora considerate insufficienti in quest’area, la ricchezza vegetale consente discrete presenze di fauna sia stanziale che migratoria.

Dove, tuttavia, gli interventi antropici sono stati o sono di eccessivo disturbo (presenze di infrastrutture e strutture varie, insediative, etc, pratiche colturali intensive), le presenze sono estremamente rarefatte o nulle.

Nelle zone più integre, quindi, tra i falconiformi, può avvistarsi l’aquila reale mentre relativamente più facile da rilevare è la presenza del nibbio, della poiana e del gheppio; tra i rapaci notturni sono presenti il barbagianni, la civetta e l’assiolo.

Altri rappresentanti dell’avifauna sono i corvidi (corvo, taccola, gazza e cornacchia grigia), in alcune aree boschive è localizzato il picchio rosso e nelle zone più impervie l’ormai estremamente rara coturnice; molto diffuso è il colombo selvatico, il merlo e varie specie di passeriformi e silvidi (cardellino, verdone, saltimpalo, verzellino, capinera, cincie ecc).

Tra i migratori primaverili – estivi prevalgono tortore, upupe e rondoni mentre in autunno – inverno trovano ricetto colombacci, storni, tordi, beccacce, pettirossi, fringuelli, ed altri silvani. Tra i mammiferi poco diffusi sono i lagomorfi (coniglio e lepre), i mustelidi, volpi e istrici; una presenza dannosa – dovuta ad errate immissioni – è quella del cinghiale, che per la fauna che vive e si riproduce sul terreno costituisce una vera e propria calamità.

Nelle zone fluviali e nei laghetti collinari con tipica vegetazione riparia l’avifauna che si arricchisce grazie alla presenza di anatidi e di sparuti trampolieri.