Lercara Friddi (Pa)

CENNI STORICI: Il paese sorge nel 1618 sul feudo di Lionello Lercara Friddi, di cui acquisisce dapprima fra la gente, poi ufficialmente, il nome. Nel 1608, quando il nobile Francesco Scammacca Gravina, sposando Raffaella De Amescua, si investì della baronìa si ebbe un aumento vertiginoso della popolazione residente. Francesco curò direttamente gli affari, migliorando le condizioni dei coloni e determinando l’incremento della popolazione, aprì strade vicinali, costruì un grande fondaco ed incrementò la celebrazione di festività religiose; La sua opera venne proseguita più concretamente dal figlio Matteo. Questi sposò la cugina Eleonora Gravina dalla loro unione nacque Giuseppe Blasco Scamacca de Amescua e Gravina e la sorella Raffaela. Grazie al matrimonio contratto con Caterina Francia, ottenne il titolo di Principe di Lercara il 9 novembre 1708 e il posto 57°nel braccio militare del Parlamento siciliano. Questi, non avendo figli, nel 1716, morendo, lasciò erede la moglie Caterina Francica. Agli Scammacca seguirono le famiglie Buglio, Platamone, Gaetani e Ascenzio.L’ultimo feudatario di Lercara fu Francesco Paolo Gravina, principe di Palagonia.

SUPERFICIE: Kmq 38

DISTANZA DAL CAPOLUOGO: Km 70

ABITANTI: 7.710 (Lercaresi)

MUNICIPIO: P. Abbate Romano; Tel 0918251226; Fax 0918252643;

MONUMENTI ED OPERE D’ARTE DI LERCARA FRIDDI

  • Piazza Duomo
    La grande piazza quadrangolare, otre ad accogliere i lotti delle emergenze architettoniche sia civili che religiose è il fulcro dell’intero impianto viario oltre che il centro civile e sociale del paese. La piazza, inoltre, pur essendo di forma quadrangolare, possiede cinque fronti, perché un lato è stato aperto da un asse viario che mette in comunicazione la piazza con il corso Sartorio: una soluzione urbanistica che distingue, pur sempre operando su scelte geometriche ed ortogonali, il centro della cittadina dal resto dell’abitato.
  • I Palazzi Scarlata
    Sullo stesso fronte della chiesa madre si affacciano l’intera quinta, i due palazzi Scarlata; quello a sinistra guardando la facciata del duomo è di orine settecentesco, mentre quello a destra è ottocentesco; dello stesso secolo è anche il palazzo del barone Fava su Corso Giulio Sartorio.
  • La Chiesa Madre, situata nell’ampia piazza Duomo, venne costruita tra il 1702 il 1721, accanto al palazzo al principe Giuseppe Blasco Scammacca. La Chiesa è dedicata a Maria SS. della Neve che si festeggia il 5 agosto. Nel piano inferiore della chiesa si trova la Cripta, antico luogo di sepoltura. All’ interno della Chiesa si possono ammirare due tele dei primi del Seicento, provenienti dalla Chiesa del Rosario: una posta sul secondo altare della navata sinistra, raffigurante la SS. Trinità, l’altra, che riproduce la Madonna con l’Ostensorio in mano, collocata nel 1988 sull’ altare maggiore, nel luogo dove era stato sistemato nel 1700 un organo a canne; un Crocifisso ligneo del Seicento, posto sull’altare di stile barocco nel transetto sinistro. Nella chiesa si conserva una grande e pregevole tela, di colore bleu, raffigurante la deposizione di Cristo, che veniva utilizzata nel periodo pasquale, realizzata da Carmelo De Simone (XIX sec.).
  • Chiesa di S. Matteo, è denominata, comunemente, del Purgatorio; infatti alla volta erano riprodotte, oltre la Trinità e l’Assunzione Maria Vergine, le Anime del Purgatorio. La data di costruzione della chiesa è da collocarsi tra il 1676 e il 1694. La chiesa venne intitolata a s. Matteo Evangelista, in omaggio al nobile Matteo Scammacca. Su un altare di legno intarsiato, di stile neo-gotico dell’ottocento, e collocata la Madonna di Trapani in alabastro. Nel coro si conserva un quadre del tardo 600 di ottima fattura, di autore ignoto, raffigurante s. Gregorio Taumaturgo, Vescovo; alle pareti della Chiesa due grandi quadri rimaneggiati, di cui uno nel 1799 da Filippo Montalto, i quali hanno perduto i lineamenti originari. Ad una parete del vano, comunicante con la sagrestia, è fissato un bassorilievo in pietra, riproducente un angelo, opera risalente al 1400. Su un bell’altare di marmo colorato di stile settecentesco, si trova un Cristo, pregevole opera del Cinquecento, posto su una croce di epoca posteriore; nella parte inferiore viene custodita la Madonna Assunta, sorta nei primi dell’ottocento presso la famiglia Sartorio e nel 1964 donata dagli Scarlata. Il Crocifisso viene festeggiato il 18 e 19 settembre con una suntuosa processione.
  •  La chiesa di S. Giuseppe, (prima metà sec. XVIII) con annessi Collegio delle Collegine della Sacra Famiglia, detto Collegio di Maria, e Orfanotrofio. Vi si trova una piccola lapide del 1870.
  • La chiesa di S. Antonio di Padova, sorta nel seicento, si trova in piazza Garibaldi, e si affaccia a sul corso principale. Il prospetto è di impostazione romanica, ma di stile gotico, opera di artisti locali; è arricchito da un rosone. All’interno si trova una tela del Seicento, raffigurante s. Fedele, ed una lapide del 1881, l’unica superstite dopo la ristrutturazione avvenuta nel 1963.
  •  Chiesa Maria SS. Di Costantinopoli nel I 850 era ancora fuori le mura del paese. Vi si conserva gelosamente l’effigie della Madonna su pietra conservata in un apposito riquadro sulla parete interna. La festività in onore della Madonna, si svolge nei giorni I 9, 20 e 21 agosto e costituisce la festa principale del paese.
  • Chiesa di s. Rosalia, un tempo fuori il paese, oggi, per effetto della espansione urbanistica, è conglobata al centro urbano.
  • Chiesa di s. Francesco Saverio, costruita tra il 1850 e il 1860.
  • Chiesa di S. Alfonso, con annessa Casa di riposo – già boccone del povero di istituzione Cusmaniana. La costruzione di una chiesa e del convento erano state progettate dai padri Liguorini nella prima metà età dell’800, ma la soppressione degli ordini religiosi e vicende locali ne arrestarono i lavori. E’ stata elevata a Parrocchia il 2.7.1957.
  • Suore Terziarie Francescane Cappuccine della Immacolata di Lourds si trova una Cappella dedicata a s. Francesco D’Assisi. In essa si svolgono le funzioni religiose, per gli abitanti del quartiere rappresenta la loro Chiesa. La “Casa” ha un Orfanotrofio per ragazze, e da qualche anno, anche , una Casa di Riposo per sole donne.
  • Miniere
    Nella zona nord del paese resistono all’incuria del tempo ed ai ricordi amari degli ex picciotti quel che resta delle antiche miniere di zolfo. Un museo a cielo aperto dove è possibile trovare ancora percorrere i cunicoli che servivano a portare i minatori sotto terra, carrelli abbandonati, residui di forni dove veniva fatto liquidare lo zolfo un museo che se ben conservato e valorizzato può servire a raccontare alle generazioni future un mondo, nonostante passato, ancora vivo e parte integrante modello delle nostre generazioni future.
  • Museo
    Due stanze attigue che conservano testimonianze singolarissime legate al popolo sicano. L’amministrazione comunale consapevole della rarità dei reperti con l’aiuto della Soprintendenza ha proseguito gli scavi sul Madore, e vengono fuori reperti che testimoniano l’ importanza storica e strategica del piccolo cozzu Maduri. Il colle è possibile ammirarlo proseguendo la strada a nord del paese una passeggiata che vale la pena effettuare se si vuole capire qualcosa di più dei nostri antenati sicani. Oltre alle preziose lamine altri singolari reperti tra cui un’ edicola di pietra, databile tra la fine del VI e inizi del V secolo, decorata a basso rilievo con una figura virile con piede appoggiato su un’anfora da trasporto che probabilmente attinge acqua da una fontana. Ed ancora elevata presenza di anfore commerciali arcaiche e tardo arcaiche di tipo etrusche, puniche, attiche, le cui similari trovano soltanto riscontro ad Imera.
  • A’ n’cantina
    Era il luogo di ritrovo dei minatori. I più assidui frequentatori ne contano almeno diciotto. Luoghi semplici angusti dove i cavatori mitigavano l’arsura dello zolfo con un una bottiglia di vino. Per chi si trova a passare da quelle parti costituisce senza alcun dubbio gustare un momento particolare il sapore forte di antichi riti, speranze e sofferenze.
  • Il plesso scolastico di Via Giulio Sartorio
    Il plesso è di singolare fattura; esternamente, in maniera evidente, richiama tutti i simboli della massoneria. Il monumento, oggi adibito a plesso scolastico, evidenzia come la massoneria in terra di Lercara fino a qualche secolo addietro ebbe momenti esaltanti. Si ritiene che tale monumento costituisca una singolarità nel territorio siciliano.
  • Casa dei Ros inglesi
    Intorno alla metà del XIV sec. a Lercara si stabilirono la famiglia Rose Forester ed la famiglia Gardner i cui figli trovarono il sodalizio matrimoniale tra la simpatia e gli interessi intorno allo zolfo che copioso si trovava nelle contrade lercaresi. La presenza inglese è ancor oggi testimoniata da un suntuoso edificio che per stile e maestosità resiste all’usura e al disinteresse della popolazione lercarese. L’edificio è composto da un piano terra ed un primo piano. Il prospetto principale, arricchito con abbaini, canne fumarie e guglie, con stipiti e architravi abbelliti da fregi con inferriate dei balconi istoriate è delimitato da un solido muro perimetrale che ne esalta la monumentalità e l’importanza del luogo. Nella parte sinistra dell’ingresso principale vi è una caratteristica costruzione con tetti spioventi che serviva ad alloggiare il portire-custode della villa.nel terreno antistante la villa vennero piantati alberi e fiori provenienti dall’Inghilterra.

 MANIFESTAZIONI E FESTIVITA’